Poi, un giorno, il testo si è separato dal linguaggio e ha cominciato a viaggiare per il mondo. Attraverso la scrittura il testo si materializza. Non hai più bisogno del papà ripetitore: puoi leggere la tua favola quante volte vuoi e puoi portarla con te anche in vacanza. Quelli che studiano queste cose dicono che con la scrittura il testo si è separato dal contesto. Quando parli, quando ascolti, le parole sono immerse in un contesto che è fatto dalla tua coscienza e da tutte le percezioni dei tuoi sensi: lo sguardo, i gesti, i vestiti di chi sta parlando, l’ambiente che vi circonda, il tempo che tu stai vivendo. Insomma, il testo fa parte di un evento che tu vivi. Se invece il testo è scritto, diventa qualcosa di separato, un oggetto che puoi portare con te, che supera il tempo e lo spazio.
Se con la scrittura il testo si materializza, sono importanti i segni che rappresentano ciò che l’uomo vuole ricordare o comunicare ma anche i materiali e le tecniche attraverso le quali si registrano i segni. La storia della scrittura e la storia della comunicazione tramite la scrittura si possono riassumere nella progressiva liberazione del testo (cioè dei segni) dalla materia nella quale è registrato. Nella crescente velocità con cui è stato possibile tracciare i segni sulle diverse materie. Nella progressiva velocità di diffusione delle scritture. Oggi la scrittura è registrata nelle memorie elettroniche. Puoi scrivere tramite il tuo computer o tramite il tuo telefono cellulare. Puoi trasmettere in un istante quello che hai scritto per posta elettronica o tramite un messaggio telematico. Il testo da materia si fa energia, durante la trasmissione, e poi torna a materializzarsi. Ma puoi continuare ad usare la carta. E c’è ancora chi dipinge scritte sui muri anche solo per dire alla sua ragazza, quando esce da scuola, che non può stare senza di lei.
